– Mi scuso con i presenti.

– Prego.

– Chiedo scusa a tutto lo staff.

– Si segga, si metta comodo.

– Chiedo scusa ai cameramen.

– Vuole qualcosa? Un bicchiere d’acqua.

– Magari, grazie, scusi. E chiedo scusa ai tecnici, ai fonici, al trucco.

– Prego.

– Grazie, mi scusi. Mi voglio scusare con l’usciere.

– Magari del ghiaccio?

– Magari. Mi perdoni. E con la segretaria di produzione.

– Una fetta di limone?

– Volentieri. Voglio scusarmi per tutto quello che ho detto e fatto.

– È abbastanza freddo?

– È perfetto, grazie.

– Non vuole qualcosa da sgranocchiare? Delle mandorle salate?

– Pistacchi?

– Ma sicuro. Gianni! Pistacchi per il divo! Vengono dalla Sicilia, vedrà sono i migliori.

– Ebbene io mi scuso anche per quello che ho pensato, di cui mi sono vergognato e che non ho mai avuto il coraggio di confessare. Chiedo scusa al produttore di questo magnifica… cosa… che stiamo facendo.

– Assaggi i pistacchi.

– Grazie. E allora scusatemi perché ora non posso più fingere, reci… molto buoni questi pistacchi.

– Vero? Gianni!

– Ma basta così. Vorrei allora che mi ricordaste per quello che non avete mai visto, perché io non sono mai esistito. O meglio sono esistito altrove dove voi non c’eravate. Lo so, è difficile da capire e me ne scuso, ma se vi sforzate un poco potrete vederlo con i vostri occhi. Voi per primi che mi siete stati vicini in tutti questi anni dovreste capirlo, e ditelo agli altri. Toglietemi dalle vostre menti, toglietemi dalla storia perché io la storia non l’ho mai fatta, ero altrove, ve lo assicuro. E se non ci sono stato io, figuratevi voi. Mi sento responsabile per avervi sottratto tutti quei luoghi, quegli uomini e donne che ho conosciuto davvero, frequentato, amato e disprezzato, le mie guerre, i miei demoni, le aurore ai miei risvegli, le correnti fredde dei torrenti, gli equilibri raggiunti e poi persi, mentre voi applaudivate i miei film e leggevate i rotocalchi e guardavate la tivù seguendo me. Per questo mi scuso. Erano solamente dei film, come questo. Per cui ringrazio ancora il produttore e ora scusatemi. Dovrete fare senza di me, perché dovete sapere che avete fatto sempre senza di me, perché io ero altrove. Potete capirlo? Adesso? La storia è un’altra cosa, sono altre cose, sono infinite altre storie. Come le vostre.

Non è questione d’intrattenimento, non più, non solo.

Grazie per i pistacchi.

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11 commenti

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  1. che bello
    che gli prende? a che tipo di crisi (brutta parola) stiamo assistendo?
    i pistacchi, altra geniale soluzione, sono sfiziosi, specie se un po’ tostati e salati (mia provincia docet)

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  2. – Ecco fai conto all’improvviso scopri che Cary Grant non è ma esistito e ti immagini il mondo senza che ci sia mai stata Hollywood. Cambiano le prospettive no?
    – Fraaaaaaaaaaank!
    – ecco, rimane Frank.

    Stan

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  3. i pistacchi. puah.
    niente a che vedere coi

    s-ssaalatiiniii

    lisa

    (Marta va matta per gli anacardi. li prende stringendo i semi tra le sue piccole unghie colorate, e sempre scrostate. poi si lecca il sale daille dita, e soddisfatta si beve il suo gingerino)

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  4. lisa, lisissima. Lisissima non te l’aveva mai detto nessuno vero? Puoi dare un pugno in bocca a chi un giorno ti dirà liserrima. Puoi, te lo assicuro.

    tu arc sai come provocare.

    Cary Grant lo dava. Lodava chi glielo dava. Bella cazzata da bagaglino

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  5. lisissima detto da te, stan, mi fa un certo effetto.
    tutti i suffissi in -errimo/a vanno dritti dritti nella categoria da incendiare, infatti.

    (suffissi invece mi piace un sacco)

    lisa

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  6. hey ragazzi, andiamoci piano.
    di posti senza dio ne conosco diversi in effetti, astime, ma non capisco a cosa ti riferisci (probabilmente non sono io, mi verrebbe da pensare).
    è che rimanere utente anonimo di questi tempi è dura, molto dura. guarda Marta, per esempio.

    lisa

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