Il poeta: prima vede e poi scrive? E poi? Poi si fa una doccia e canta.
Canta i suoi versi sulle arie dei Collage. Te li ricordi i Collage? Ebbene li ho fatti a pezzi, loro e le rime, le stagioni umide e non, lacrime e spalle girate, le scapole secche di Lù. Te la ricordi Lù? Compariva e spariva, sorrideva e piangeva, dietro un cancello, morta sul prato, seduta sui gradini, accanto a una finestra e non ce la dava. Sempre, poco prima, spariva. Tornava l’estate dopo riempiendo le speranze di noi che diventavamo grossi ma stentavamo a crescere. Il vento chiaro gonfiava i nostri toraci nolenti. Noi fumavamo come cretini, pasticciavamo con le mani e ci sentivamo grossi.
E il poeta ora canta. Ha visto, ha scritto e cantando s’è lavato. Ora, alle prese col phon, il vento oscuro che non porta niente, mormora: “Lù ma dove sarai? Dove siamo andati tutti?”
E salta la luce.
Poeta nella luce oscura che non porta vento.
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